Numero di Froude
Ricordo che da piccolo, ma quanto
piccolo non mi ricordo, vidi un film di guerra dove le navi erano visibilmente
dei modellini ma le onde estremamente realistiche. Pensai subito che forse non
era acqua ma qualche altro liquido dalla densità misteriosa e non capivo che
velocità dovessero avere i modelli per creare onde così perfette.
Poi lessi che la velocità delle
navi cambia linearmente non con la scala ma la sua radice quadrata. Un duro
colpo alla fisica non relativistiva: a parità di
scala e di velocità reale, un treno e una nave coprono nello stesso tempo
distanze diverse..
Il numero di Froude
mi ha spiegato tutto. Sperimentalmente il nostro sig.Froude
rilevò che provando in vasca dei modelli, utilizzando velocità linearmente
decrescenti all'aumentare del rapporto di riduzione, le onde che si formavano
non erano paragonabili a quelle formate dallo scafo reale; ipotizzò quindi che
tutta l' energia cinetica della nave vera dovesse
trasformarsi tramite un coefficiente in
energia potenziale delle onde alzate:
½ mv Vv2=K mv g H
La stessa relazione e lo stesso coefficiente valgono per il
nostro modello:
½ mm Vm2=K mm g h
Essendo la geometria degli scafi in proporzione di scala:
K=k
E quindi:
½ mv Vv2 /
mv g H = ½ mm Vm2
/ mm g h
Cioè:
Vm = Vv
√( h/H)
Dove h/H è la scala del modello.
In pratica un modello in scala 1/16 per produrre la stessa
onda non deve navigare ad 1/16 della velocità reale, ma ad 1/4! Attenzione: per
produrre onde in scala, non per coprire distanze in scala.
Grazie Froude!