LCI(G) 1/35 (modello in costruzione)

Cenni storici.

Gli americani utilizzano il termine “landing” oltre che per indicare l' atterraggio anche nel senso di sbarco . La cosa è un po' strana perchè per indicare l'azione propria dell'arrivo sulla spiaggia nel linguaggio comune ricorrono spesso anche al termine più appropriato di "beaching" . I loro mezzi da sbarco si identificano quindi con delle sigle contenenti le iniziali delle parole ”landing”, “craft”, cioè imbacazione, e delle parole che meglio definiscono le funzioni del mezzo stesso.

In una forza da sbarco abbiamo tipicamente questi mezzi navali (e mi limito ai "craft" che sono imbarcazioni non  abbastanza grandi da essere classificati come navi, cioè “ship”):

LCP - Landing Craft Personnel - trasporto 30 uomini di truppa

LCVP - Landing Craft Vehicle Personnel - trasporto di una jeep o 36 uomini di truppa

LCM - Landing Craft Medium - trasporto di un carro armato medio da 30 ton o 60 uomini di truppa

LCT - Landing Craft Tank - trasporto di 5 o 6 carri armati medi

LCI - Landing Craft Infantry - trasporto 210 uomini di truppa

LCS - Landig Craft Support - cannoniera d' appoggio

Ognuno di questi mezzi ha inoltre ulteriormente:

 - numeri che ne indicano la serie

 - lettere tra parentesi che ne indicano la specializzazione.

Abbiamo quindi:

LCM (2), LCM (3) LCM (6)

LCT (5), LCM (6)

LCI, LCI (G), LCI (M), LCI (R)       

Nonostante parte di questi mezzi sia stata usata in Nordafrica, Italia, Provenza e Normandia, solo nel Pacifico hanno costituito in maniera sistematica e frequente la forza da sbarco delle flotte americane (task forces). Prova ne è che mentre in Europa e Africa le truppe da sbarco erano dell’esercito, nel Pacifico esse erano principalmente costituite dai Marines, cioè dalla fanteria di Marina. A questi uomini sono legati i nomi delle leggendarie e sanguinose battaglie delle isole e degli atolli: Guadalcanal, Tarawa, Peleliu,  Iwo Jima, Okinawa; e a queste battaglie è legato l sviluppo della guerra anfibia intesa come consolidata dottrina operativa. Magari ne riparleremo, ma intanto torniamo alla mia LCI.

I Landing Craft Infantry non mi sono mai piacuti in se stessi: mi sono sempre apparsi come pulmann naviganti e anonimi. Per la necessità di fornire un fuoco d’appoggio ravvicinato, il "close-in support fire", alcune LCI vennero però trasformate in cannoniere (gun-LCI (G)), in porta mortaio (mortar-LCI(M)) o in lanciarazzi (rocket-LCI(R)) presso le officine della flotta o direttamente nei cantieri di costruzione.

Le LCI(G) invece mi sono sempre piaciute: non dei bus ma delle piccole navi da guerra, fatte e finite. Come per tutti i mezzi prodotti in gran numero, e delle LCI si parla di quasi mille imbarcazioni, esistono serie e sottoserie più infinite soluzioni e modifiche eseguite nelle basi navali del teatro di guerra. Avendo quindi scelto di riprodurre una LCI(G) mi sono trovato davanti a numerose serie e sottoserie, come in un labirinto complicato. Per farla breve ho scelto di riprodurre un cannoniera classe "351", cioè della seconda serie (che inizia con l'unità 351) del tipo "B", cioè con 3 armi da 40mm e 2 da 20mm.

Il modello.

Appena ultimato lo scafo della MZ (qui) nel luglio 2017 ho messo sullo scalo il mio LCI. Ma è un o una LCI? D'annunzio mi potrebbe aiutare come ha fatto con da definizione del sesso delle automobili; e già che ci siamo chi sa dire che differenza c'è fra locomotiva e locomotore e se il nome della corazzata è al maschile o al femminile? Il disegno di partenza è venduto da una nota rivista francese di modellismo navale. E' pessimo, ma fa tenerezza pensare che è del 1947: il motore elettrico è un roba da lavatrice, di radiocontrollo neanche l'idea ma molta, molta fantasia. Però onore e rispetto per tutti i modellisti di tutti i luoghi e di tutte le epoche! A questo disegno francese tenero ma inutile ho quindi affiancato tutto quello che ho recuperato sui libri e in rete. Molto bello un disegno polacco (qui) però riferibile alla prima serie. Ho ridisegnato le ordinate a CAD per aver chiaro lo sviluppo delle linee soprattutto della prua e delle rampe.

 

Luglio 2017 Galvanizzato dall' entusiasmo della lavorazione del legno della MZ ho incominciato questo scafo. Struttura classica: ordinate in compensato da 5mm, fasciame in compensato da 3 mm e corsi in obece (o samba) da 5x10 mm. La prua è sagomata da pieno e la cosa è in effetti un pò difficoltosa. Anche il tunnel delle eliche richiede attenzione ma è molto caratteristico e irrinunciabile.

Aprile 2019 Il tempo vola! E la costruzione dello scafo procede.. Le fotografie parlano chiaro: posso incominciare a pensare all'allestimento interno. Purtroppo ho poco tempo e tanti lavori in corso: prevedo progressi lenti lenti..

 

Ordinate
Ordinate, corsi e blocco di prua
Tunnel delle eliche di poppa
Scafo pronto per la laminazione
Laminazione

Epossidico e tessuto da 100 gr/mq

Laminazione
Laminazione
Laminazione
Laminazione
Scafo stuccato e protetto internamente
Prua
Mezza nave
Poppa