Navi RC 1/35.

La scala 1/35 nasce in maniera del tutto casuale in Giappone nei primi anni 60 del secolo scorso grazie al modello del Panther prodotto da Tamiya. Come si usava allora il modello era motorizzato e venne progettato attorno alle due batterie necessarie per il motorino elettrico. A modello finito e a conti fatti la scala risultò essere appunto 1/35.
Allora imperava la scala 1/32, nata dalle miniature alte 54 mm e tutt'oggi utilizzata per i modelli di aeroplani, ma il rapporto di riduzione proposto da Tamiya divenne presto il paradigma universale per i modelli "terrestri". La scala si estese quindi ad altre tipologie di modelli: mezzi da sbarco, d'assalto anfibio, naviglio veloce o sommergibile. 
Influenzato dai carri Tamiya sono rimasto fedele a questa scala quando ho ripreso a costruire modelli navali; ancora adesso mi sembra il giusto compromesso fra dettaglio, dimensioni e scelta di soggetti da riprodurre.
Dando per scontato che il dettaglio estetico è solamente influenzato dal tempo disponibile e dalla documentazione accessibile, in sostanza sono due gli aspetti fondamentali della mia scelta. Il primo sono le dimensioni. A parità di lunghezza, diciamo un metro, preferisco far navigare un modello di S-100 1/35 piuttosto che la USS Nimitz in 1/350; la forma dell'onda, la velocità, il bordo libero, le funzioni speciali, tutto insomma mi fa preferire la Schnellboot. Tuttavia estremizzando il concetto si potrebbe preferire il modello di un gozzo a remi perchè ancora piu' realistico in navigazione e verosimile dal punto di vista strutturale.
Purtroppo i gozzi proprio non mi affascinano e quindi ecco il secondo aspetto: in 1/35 trovo molti soggetti interessanti per i miei gusti.
Quindi le "nostre", e con nostre intendo europee-continentali, cinesi e giapponesi, scale 1/50, 1/100 e 1/200 le comprendo ma non le utilizzo; ma anche le "loro" scale, cioè USA e UK, strane e multiple dei dodici Pollici che compongono il Piede non le adotto: 1/48, 1/96, 1/144. Ma forse un' eccezione potrei farla per un LST o per nave san Marco in 1/72; anzi, forse, ho già un'idea...
Vi lascio quindi a tutti i miei modelli in "unoatrentacinque" e ai loro coraggiosi equipaggi di omini alti 5 centimetri.
Buona navigazione!

LCM (3) 1/35

Con LCM gli alleati definirono durante la seconda guerra mondiale un mezzo da sbarco destinato al trasporto di un carro armato medio. La sigla LCM nasce infatti dalle tre parole inglesI "Landing Craft Mechanized". Pur essendo nati durante la seconda guerra mondiale, quando furono usati per sbarcare truppe o carri armati durante assalti anfibi alleati...continua...

LCVP 1/35

Andrew Higgins iniziò la sua attività industriale nel settore del commercio del legname, ma gradualmente passò alla costruzione di imbarcazioni in legno. Con grande fortuna per Higgins, il Corpo dei Marine degli Stati Uniti, sempre interessato a trovare modi migliori per sbarcare uomini sulle spiagge e frustrato dal fatto che la Marina non potesse soddisfare le sue esigenze, iniziò...continua...

MAS-500 1/35

Il modello è nato come statico e la sua conversione RC è un po’ complicata: va infatti trovato il giusto equilibrio fra peso, potenza dei motori e autonomia. Ho optato quindi per due motori RE-280 e una batteria PoLy da 7.4 V-1000 mAh. Un circuito LiPo-saver ottico evita di danneggiare l’ accumulatore. Le eliche sono due Amati da 20 mm controrotanti, tornite per adattarsi...continua...

Pibber 1/35

Modello complicatissimo! Pesante, piccolo e con poco spazio. Ho provato di tutto ma non plana mai. Ma come si può non pensare ad “Apocalypse now” guardandolo? Adesso opterò per due motori un po’ sporgenti dalla chiglia: mi servono eliche più grandi e che possano pescare più facilmente l’acqua. Il tentativo infatti di ricreare due idrogetti come sul Pibber vero non ha avuto molto successo...continua..

ELCO 80' PTB 1/35

Modello facile da trasformare in dinamico. Spazio in abbondanza, ottima accessibilità interna anche senza svitare il ponte. Purtroppo ha dei particolare molto fragili: conviene davvero sostituire antenne, candelieri e orpelli vari con tondini in ottone di opportuno diametro. I tre SPEED 400 Graupner 1794 tramite tre cardani sempre Graupner danno coppia gli assali...continua..

S-100 1/35

Tra le conseguenze del Trattato di Versailles ci fu una severa limitazione alle costruzioni navali tedesche. Il naviglio leggero aggirava tali limitazioni, per cui lo sviluppo delle motosiluranti cominciò già alla fine degli anni 20, con un disegno basato su uno yacht civile, ma adattato per il trasporto di due siluri: si trattava della S-1. L'evoluzione proseguì fino a raggiungere, nei modelli più...continua...

U-Boot XXIII 1/35

I sottomarini tedeschi Tipo XXIII furono i primi cosiddetti Elektroboote a diventare operativi. Erano piccoli sottomarini costieri progettati durante la seconda guerra mondiale per operare nelle acque poco profonde del Mare del Nord, del Mar Nero e del Mar Mediterraneo, dove gli U-Boot più grandi erano maggiormente a rischio. Erano così piccoli da poter trasportare solo due siluri...continua...

Schuetze 1/40

Questo Schutze è un dei modelli storici della Robbe. Lo è ancora di più oggi che la società ha chiuso; forse in futuro Krick ne curerà però la riedizione. La struttura del modello prevede lo scafo e le sovrastrutture i ABS termoformato; tutto il resto è in resina colata in stampi o in fogli di Forex fresati con macchine CNC. Per fortuna la rete offre moltissime fotografie dell’originale ed è quindi facile modificare i particolari sbagliati o troppo approssimati: ce ne sono parecchi!...continua...

LCT VI 1/35

Strutturalmente il nostro LCT non presenta particolari criticità; come al solito il problema è la disponibilità della documentazione necessaria per i dettagli. La rete e il gran numero di esemplari prodotti ci danno però una mano.. La disposizione dei motori e dei componenti RC non è particolarmente innovativa o critica; non altrettanto si può dire dell'impiego di Arduino...continua...

Adda traghetto 1/35

Era da tanto che ci pensavo: un nave con il motore a vapore! E' dai tempi del Giarabub con il Saito bicilindrico, ora sulla R.N. Marghera di mio cugino Nicola, che non ne ho una .. Io ho però un'ottimo e spartano Wilesco marino (qui) che fu di mio zio Vittorio e quando il fiato condensa all' aperto o vedo l' acqua scaldarsi sul fuoco il richiamo "termodinamico" del vapore diventa irresistibile.

Detto fatto; d' impulso, finalmente, son partito con la costruzione. In realtà il motore a vapore per le barche è un po' come il motore ad elastico per gli aeroplanini: una filosofia e una cultura un pochino a sé stante e un pochino orgogliosamente contro la corrente delle moda imperante...continua..

Modelli in costruzione.