Airboat

Wikipedia: "l' airboat, in italiano idroscivolante, è un particolare tipo di imbarcazione caratterizzata dallo scafo leggero in alluminio, carena piatta, mossa da un motore a scoppio con elica (normalmente ingabbiata per motivi di sicurezza) e timoni aerei posizionati a poppa ma al di fuori dell'acqua. Capace di raggiungere velocità molto elevate grazie alla sua forma idroplana, è l'imbarcazione tipica utilizzata dai diportisti per muoversi sulle calme acque delle Everglades, in Florida, nelle paludi del Mississippi, in Louisiana e in generale nelle zone paludose o comunque per scivolare sulla superficie di fiumi o laghi".

Modellisticamente è un modello di semplice concezione: l'elica aerea sostituisce albero ed elica navale, e lo scafo è generalmente di semplicissima geometria.

Operativamente è veloce, divertente e può navigare anche in acque non propriamente pulite, cioè con presenza in superficie foglie o alghe.

Dati natura e intenti del modello ho deciso che fosse il banco di collaudo della stampante 3D appena comprata: insomma qualcosa che oltre a essere semplice fosse anche di veloce fabbricazione.

In rete ci sono molti file pronti per essere stampati. Io ho scelto questo: Airboat-Thingiverse.

Il progetto prevede che le tre sezioni principali dello scafo vengano incollate insieme ai pozzetti del servocomando dei timoni e dell'intero apparato radio; il resto viene avvitato e, dove necessario, reso mobile dalle baionette (sempre stampate).

Qui di fianco c'è la fotografia dello scafo già assemblato e dei principali particolari del supporto motore e dei timoni.

Importando il file in Cura ho adattato le dimensioni dello scafo alle effetttive capacità di stampa portandolo al 92% dell'originale. Alle tre sezioni, lunghe cisacuna 124,2 mm ho aggiunto una ulteriore sezione da 35 mm di lunghezza per dare un po' di slancio ad una scafo altrimenti troppo "quadrato".

Il filamento utilizzato è del semplice PLA stampato con risoluzione 0,3 e con uno spessore di 1,5 mm.  Complessivamente sono soddisfatto del risultato anche in virtù delle poche ore effettiamente spese per a sua realizzazione: la stampante è lenta ma lavora da sola. I vari elementi sono stati incollati con del cianoacrilico "medio" e successivamente sigillati con resina epossidica caricata di microsfere cave.

Chiarisco subito che il peso e la rigidità dello scafo in PLA non sono lontanamente paragonabili a quelli degli scafi in composito, ma in questo caso e per questo modello mi va bene così.

Importante e un po' lunghetta è la fase della lisciatura dello scafo: stucco spray e carta 320 in varie ripese, ma il risultato è soddisfacente.

Questo primo modello in stampa 3D mi ha spinto ad alcune riflessioni.

1 - la deposizione a strati (layers) del filamento rende le strutture deboli per i carichi di  taglio in quei piani, cioè la struttura non è isotropa;

2 - non utilizzando filamenti "aeronautici", cioè che si gonfiano all'estrusione, il peso finale non è trascurabile;

3 - in presenza di superfici cuve, l'area di adesione fra layers si riduce aumentando ulteriormente la delicatezza del giunto (il piano successivo "trasla" infatti rispetto al precedente);

4 - la finitura superficiale, dopo stucco e carta vetrata, può essere assolutamente paragonabile a quella ottenibile con le usuali e già collaudate tecniche costruttive;

5 - con l'uso di ABS probabilmente un post-processo con acetone migliorerebbe l'adesione fra i layers e la qualità della superficie.

6 - per dare maggior rigidità ho riempito la prua di palline di polistirolo affogate nella resina epossidica da laminazione: a prezzo di poco peso aggiunto ho ottenuto una struttura più solida e maggior sicurezza in caso di urti.

Ecco i dati tecnici del modello:

Lunghezza : 447 mm

Larghezza : 210 mm

Peso : 850 gr

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Ecco i dati del motore e dell'elettronica di bordo:

- motore EMAX 2210-09,

- regolatore ESC+BEC Fullpower Pro brushless da 35A;

- elica tripala 7x4;

- batteria LiPo 7,4V 2200mAh.

Ho provato ad utilizzare anche una batteria da 11,1V ma l'droscivolante diventa icontrollabile..

La finitura del modello è stata come sempre un po' laboriosa. Stucco in bomboletta e olio di gomito a profusione..

Come colori finali ho scelto un "blu luce" RAL 5012 e un "grigio traffico" RAL 7042; volevo evitare i soliti colori sgargianti e l'accoppiamento mi sembra ben riuscito.

Adesivi di recupero completano il tutto..

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